“Taor e Mina” le Mascotte 4.0 Made in Sicily

 

TONY NICOTRA (1)

Tony Nicotra

Progetto Sicilia nel Mondo intervista Tony Nicotra ideatore del brand

Il primo incontro con l’artista Tony Nicotra, è stato causale e si è svolto nel mese luglio 2018, a Taormina presso la meravigliosa location del Palazzo Duchi di Santo Stefano, durante una sua mostra. Altri contatti professionali hanno fatto nascere un feeling, che poi si è materializzato in questa intervista dedicata al Maestro Nicotra ideatore del Brand Made in Sicily “Taor e Mina”, le due Mascotte della Sicilia.

Maestro come nasce l’idea del Brand “Taor e Mina”? Continua a leggere

La Sicilia in mostra al British Museum

La più grande isola del Mediterraneo. La casa dell’Etna. Uno dei centri culturali del mondo antico e medievale.

21 Aprile – 14 Agosto 2016

La Sicilia è stata plasmata dalle onde di conquista e di insediamento da parte di popoli diversi nel corso di 4.000 anni. Sin dal VII secolo a.C. Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi e Normanni si insediarono o invasero l’isola, attirati dalle sue terre fertili e la posizione strategica. Nel Sicily_Venda_image_300x300pxcorso del tempo, questa serie di conquiste ha forgiato un’identità culturale unica, diversa da qualsiasi altra.

Questa mostra racconta storie affascinanti della Sicilia – dall’arrivo dei Greci e dei loro incontri con i Fenici e gli altri coloni, allo straordinario periodo di splendore sotto il dominio normanno nel XI al XIII secolo.

Per gran parte della sua storia la Sicilia è stata ammirata e invidiata per la sua ricchezza, il mecenatismo culturale e l’architettura. Nella mostra, attraverso la scultura greca antica, le decorazioni architettoniche di templi, chiese e palazzi, monete, splendidi gioielli in oro e mosaici normanni e tessuti è possibile percepire la diversità, la prosperità e l’importanza della Sicilia nel corso di centinaia di anni.

E’ possibile scoprire un’isola con una storia ed una identità cosmopolita, un luogo dove il mix unico di popoli ha dato luogo a una straordinaria fioritura culturale. L’arte e gli oggetti che sono stati prodotti sono alcune delle più belle e importanti nella storia dei tutto il Mediterraneo.

In collaborazione con www.umbriaecultura.it

Dalle macerie della città sull’Alveria disegnata e realizzata da mani sapienti è nata Noto

di Angela Argentino

L’11 gennaio 1693 un catastrofico terremoto distruggeva un terzo della Sicilia. Rasa al suolo anche l’antica gloriosa Netum ……

OLYMPUS DIGITAL CAMERA
La Cattedrale

Noto è la mia città .
Noto è… la mia città. Si trova alla fine dell’Italia ,32 Km sotto Siracusa. La città antica, chiamata Nea, fu fondata dai Greci e conobbe, attraverso i secoli ,grandissima gloria sotto tutte le dominazioni che passarono dalle nostre parti. La Sicilia non ha mai combattuto nessun conquistatore ,tranne poche eccezioni. Li ha accettati tutti ( più o meno passivamente ) e alla fine è sempre riuscita a trarne linfa nuova e grandi insegnamenti .Dai Greci agli Arabi ai Normanni .
Meno felice la dominazione francese . Poi arrivarono gli Spagnoli .

E fu durante la dominazione spagnola che la notte dell’ 11 gennaio 1693 ,un tremendo terremoto dell’11° grado della scala Mercalli rase al suolo la vecchia gloriosa Nea, poi diventata Netum.

via nicolaci

Della vecchia città rimasero poche rovine e sopravvisse solo un terzo della popolazione . I fortunati si accamparono più a valle verso il mare e fu su una collinetta a 70 m dal livello del mare e a pochi km da esso, che scelsero di edificare la nuova Netum . Unico esempio al mondo di città nata dal nulla, per volontà dei reggenti politici e degli aristocratici di cui essa era ricca. I feudi delle famiglie aristocratiche netine coprivano un terzo della Sicilia già dai tempi in cui gli Arabi divisero territorialmente ed amministrativamente la Sicilia in tre valli ed elessero Noto a capitale di uno di essi.
Immediatamente dopo il terremoto del 1693,furono convocati ,dunque, i più grandi progettisti e architetti operanti allora in Sicilia , (tra cui spicca il Gagliardi), insieme alle maestranze locali e sotto la guida di uomini illuminati che Noto possedeva in gran numero ,si diede inizio al disegno della città .Essa fu disegnata adagiata sulla collina, a prendere il sole da est a ovest ,divisa in strade che corrono parallele sui diversi piani della collina e intersecata da salite scenografiche a tornanti o a scalinate che collegano i vari livelli dell’impianto urbano. Agli edifici religiosi posti al livello più alto, sistemati in modo da farci alzare lo sguardo verso il cielo, si ponevano dirimpetto a controbilanciare il peso di tanta spiritualità , gli edifici civili come il Comune e il Teatro. Sul Corso principale ( Il Cassero ), tutto un susseguirsi di chiese e monasteri dei vari ordini . Lì dove c’era il pieno di un edificio , di fronte o a lato ,si apriva il vuoto di una piazza, lo slargo dedicato alla vita collettiva di una città colta ,dotta, amante delle Lettere ,della Musica e dell’Arte . Una città ariosa ,conforme alle idee rinascimentali applicate all’urbanistica che altre città della penisola avevano già messo in essere qualche secolo prima. Una città che non poteva più somigliare alla citta medioevale distrutta , che girava a chiocciola dentro le sue mura di cinta al di là dei fossati dove scorrevano le acque dalle montagne .Doveva ormai essere una città nuova dove l’aria potesse danzare e il sole irraggiarla tutta, un luogo fatto per facilitare l’incontro ,secondo l’idea aristotelica della comunità civile che si incontra nell’Agorà .Quando ,soddisfatte del disegno, le maestranze procedettero alla realizzazione dei primi edifici , fu un trionfo di scalpellini che trassero dal tenero tufo delle cave locali ,la levità barocca che sarebbe diventata il marchio inconfondibile di Noto .Lungo la via alle spalle del Corso, fu tutta una teoria di palazzi aristocratici :i palazzi dei marchesi ,dei baroni e dei principi . E tutta la città era un continuo incanto ,una magia ,persino nei quartieri popolari che vennero creati a riempire una piccola superficie dimenticata tra due palazzi. Nel fermento della costruzione , tra i palazzi signorili e le stupende chiese barocche ,sorgevano queste casette senza pretese, di una sola stanza ,a volte senza finestre. I poveri operai e manovali impiegati per la costruzione dei palazzi aristocratici, ottenevano il permesso di erigere le loro casupole nel fazzoletto di terra che rimaneva tra i confini delle diverse proprietà .Venivano usati tutti i materiali di risulta :tegole rotte, blocchi di tufo su cui gli scalpellini ricamavano fregi barocchi e stemmi nobiliari ,marmi scheggiati. Esempio di riciclaggio edilizio ed esempio di coesistenza ( più o meno democratica) delle diverse caste sociali del Sud Italia . Ancora oggi questi piccoli “dammusi” sopravvivono nascosti dentro i ” bagghi” ( i cortili) e vengono oggi recuperati ,a volte solo illuminandoli con un colore vivace, specialmente là dove il sole non arriva ( vedi il quartiere dell’Agliastrello ).
Nel giro di 15 anni Netum fu portata a termine nelle sue funzioni vitali e la popolazione, sopravvissuta alla meglio nelle zone circostanti, andò ad abitarla e a farne un centro di cultura degno del suo passato. Negli anni successivi e comunque entro 50 anni dall’inizio dei lavori, tutta la città fu conclusa ,esempio unico al mondo di centro urbano costruito tutto in una volta. Un esempio simile possiamo trovarlo solo in San Pietroburgo, nata dalla volontà di Pietro il Grande che da tutta Europa chiamò architetti ed artigiani a costruirla.
Con una simile storia, dunque Noto merita ben altro che una visita .
La Bellezza e l’amore per la  Bellezza di chi la costruì sembra abbia suggellato ogni pietra .
Io mi diverto a vedere con gli occhi della fantasia tutti gli scalpellini al lavoro mentre trasformano i blocchi di tufo in colonne rotonde come forme femminili . Mi sembra di vederli ancora tutti al lavoro come api che depongono il miele .Mi sembra di sentire i rumori che dovevano riempire ,dall’alba al tramonto , questa città ancora vuota in attesa che fosse pronta per i suoi abitanti che aspettavano ansiosi di iniziare una nuova vita.
Riesco a vedere la meraviglia dei miei concittadini di inizio ‘700 , quando entrati in città e sistemati nelle splendide o misere dimore ,si trovano a condividere gli spazi della vita sociale non più in una cinta urbana medievale chiusa da mura e da ponti levatoi su torrenti di acqua ,ma in un agglomerato urbano senza uguali , aperto verso il mare visibile dalla parte alta della collina. Chissà se intuirono che in un posto simile ,anche a viverci un secolo ,non finisci mai di stupirti ,come in un teatro in perenne rappresentazione ,dove anche le ombre e il sole sono uno spettacolo .
” Giardino di pietra” l’hanno chiamata. In tanti sono venuti. Michelangelo Antonioni vi girò scene memorabili del film ” “L’Avventura”, Tornatore ,di recente, vi ha girato “Malena”….
Ma Noto appartiene a me ,è la mia città e ci ritorno più spesso che posso perché mi aspetta . Essa mi ha dato la prima lezione di Armonia e di Bellezza. A me, bambina, ha insegnato senza parole , l’alfabeto della sensibilità poetica .La mia città mi aspetta sempre e sempre mi sa regalare la felicità che ,a piene mani, ho goduto fino a che sono andata via .

 

 

 

 

 

 

SLEEPING BEAUTY. Il Caso di Rosalia Lombardo, la piccola mummificata a Palermo

Rosalia Lombardo in una Fotografia di William Allard - National Geographic

Rosalia Lombardo in una Fotografia di William Allard – National Geographic

Un itinerario alternativo per turisti, visitatori e vacanzieri che si trovano a Palermo è il Convento dei Cappuccini, noto in tutto il mondo per la presenza nei sotterranei di innumerevoli catacombe . Le gallerie furono scavate alla fine del ‘500 e formano un cimitero di forma rettangolare. Un inventario dettagliato delle salme mummificate non esiste, anche se si è calcolato che all’incirca raggiungono le 8.000.
La visita inizialmente risulta un po’ inquietante, ma il trovarsi faccia a faccia con questi cadaveri ci da molto spunti per riflettere sulla caducità della vita e per meglio comprendere l’idea di morte che nobili e clero siciliani avevano di se stessi e dei loro destini.
Il National Geographic, ritenendo il sito di notevole importanza sotto il profilo storico-medico, ha finanziato il progetto Mummie Siciliane per studiare i dettagli su come si viveva e si moriva sull’isola tra il XVI e il XX secolo. Continua a leggere

Spiritualità: la Croce di Casteltermini (AG), la prima dell’età paleocristiana?

croceQuasi tutti i paesi hanno legato la loro storia ad un racconto tradizionale locale e Casteltermini non esce da questo schema.
Una leggenda, ricca di fascino e conosciuta da tutti gli abitanti del luogo, racconta del rinvenimento casuale di una Croce.
Si narra che una mucca, pascolante in campagna, si inginocchiò nello stesso posto per diversi giorni di Continua a leggere

Palermo:Visite animate a Ballarò

Prossime date: 1,8,15,22 giugno   dalle ore 10 – Costo biglietto € 10

Clicca sull'immagine per ingrandire

Clicca sull’immagine per ingrandire

Le visite narrate in modo originale dall’attore cuntista Salvo Piparo, attraverso le straordinarie bellezze che sorgono nel ventre del quartiere Ballarò: il complesso monumentale di Santa Chiara, la Torre di San Nicolò e l’Oratorio del Carminello. Un viaggio immaginario, dove ogni tassello trova una collocazione storico-culturale di interesse turistico importantissimo attraverso le parole, gli aneddoti, le leggende. A dare un apporto storico alla passeggiata, vi saranno gli operatori culturali della Cooperativa Turistica Terradamare.
Il progetto vuole portale alla luce la bellezza con la tradizionalità del racconto e l’originalità della rappresentazione.

Associazione Culturale Kleis presenta :
Visite animate a Ballarò guidate da Salvo Continua a leggere

PIAZZA ARMERINA: ESCURSIONE GUIDATA NELL’AREA ARCHEOLOGICA DI MONTE NAVONE

Villa Romana del Casale - il primo bikini al mondo?

Villa Romana del Casale – il primo bikini al mondo?

Sabato 31 maggio la sede SiciliAntica di Enna, in collaborazione con il gruppo archeologico “L. Villari” e la sede SiciliAntica di Piazza Armerina, organizza una escursione guidata all’area archeologica di monte Navone (nei pressi della Villa Romana del Casale). L’appuntamento è fissato per le ore 15.00 davanti Bruno Euronics ad Enna bassa. Per coloro che provengono dalle zone limitrofe a Piazza Armerina l’appuntamento è alle ore 15.30 all’ingresso di Piazza Armerina, bivio per Aidone, davanti il ristorante “Al Fogher”.
Si consiglia di indossare un abbigliamento comodo tipo jeans e scarpe da trekking o da ginnastica e acqua fresca a seguito.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Gli spostamenti avverranno con mezzi propri.
Per informazioni: enna@siciliantica.it — cell. 3381131959

Prepariamoci all’estate, Lo Stagnone il paradiso dei surfisti in Sicilia

Chiara Fici

Chiara Fici

La laguna di Marsala in Sicilia formata da una lingua di terra sabbiosa che la ripara dal mare africano è divenuta il paradiso dei surfisti grazie ai venti e allo scenario incantevole ed incontaminato meta di un turismo sempre più esigente.
Quasi ogni mattina o nelle giornate più miti, il mare è così piatto e chiaro che si confonde con il cielo: é l’”Albaria” o “Arbaria” nome dato dagli abitanti del posto per indicare quella calma apparente del mare che di lì a poche ore diventerà crespato con venti costanti, anche forti.

Distante pochi km. da Marsala, lo Stagnone è una laguna poco profonda (dai due ai quattro mt.), formata da una lingua di terra sabbiosa, l’isola Grande, surfistiche la ripara dal mare africano. La Contrada Spagnola o Spagnuola, che la costeggia prende il nome, si dice, da una bellissima donna appunto spagnola amante di Vittorio Emanuele II che qui soggiornò ospite di una nobile famiglia locale. La fertile campagna circostante è ricca di vigneti, uliveti, fichi d’india, alberi da frutto tutta sparsa di chiare abitazioni che le danno aspetto sorridente. Quasi ogni mattina o nelle surfistigiornate più miti, il mare è marsalacosì piatto e chiaro che si confonde con il cielo: é l’”Albaria” o “Arbaria” nome dato dagli abitanti del posto per indicare quella calma apparente del mare che di lì a poche ore diventerà crespato con venti costanti, anche forti, che fanno la gioia dei surfisti. Inoltre non vi è in altri posti come allo Stagnone, la possibilità per i surfisti stanchi dalle lunghe ore in mezzo al mare, quel “parcheggio naturale” offerto dalle “triscine”, vere e proprie “aree di sosta”. Le triscine sono infatti composte da cumuli resistenti di alghe che, affiorando compatti dal mare, danno la possibilità ai surfisti di riposare. Questo mare non profondo permette, in alcuni punti, la realizzazione delle saline che con i loro mulini a vento e i cumuli di sale a forma di piramidi bianchissime, danno al paesaggio un aspetto insolito. Parecchie marsalasaline hanno grande estensione e si appoggiano alla costa, altre sono in isole appena affioranti e danno al panorama, specie durante i

Continua a leggere

La ceramica di Caltagirone e la Scalinata di fuoco e di fiori

Elisa Pulvirenti

Elisa Pulvirenti

di Elisa Pulvirenti

La Scalinata di Santa Maria del Monte venne costruita nel 1606 per collegare la parte antica di Caltagirone, città in provincia di Catania, alla nuova città costruita nella parte alta. La scalinata, lunga oltre 130 metri, con 142 scalini,è fiancheggiata da edifici balconati ed è diventata l’emblema della città ed una delle sue meraviglie.In origine fu costruita a sbalzi che ne interrompevano la pendenza da maestranze gigantesche coordinate dal capomastro regio Giuseppe Giacolone.Ma nel 1844 grazie al progetto dell’architetto Salvatore Marino le varie rampe vennero unificate,e nacquero cosi i scalinatafamosi centoquarantadue gradini della scalinata di Santa Maria del Monte,che dal 1954 è internamente decorata,nelle alzate dei gradini,con mattonelle di ceramica policroma prodotte dalla Maioliche Artigianali Caltagironesi. Da non dimenticare che in ogni alzata di gradino è stato applicato un rivestimento di maiolica policroma,dello stesso tipo di quella che,nei secoli, ha reso famosa la città.La scala illuminata del 24-25 luglio in scalinata fuocoonore della festa del patrono della città “San Giacomo”, coperta da migliaia di lumini a fiammella viva. Poiché in questa occasione viene interrotta ogni forma di illuminazione elettrica, il risultato visivo che ne deriva è una sorta di colata lavica, un fiume di fuoco che nella sua palpitante luminosità disegna eleganti figure decorative, frutto dell’abilità di un capomastro, agli ordini del quale lavorano diverse decine d’addetti alla sistemazione delle lucerne. A formare il singolare arazzo di fuoco è un insieme di quattromila lanternine dette “lumere”.La scalinata fiorata, un omaggio alla Madonna di Conadomini, compatrona della Città (dal 25 Aprile al 31 Maggio 2014). Migliaia di vasi con piante e fiori dalle diverse sfumature di colore, formano un unico grandioso disegno sulla Scala S.Maria di Monte. Da Piazza Municipio e dalla Via P.pe Amedeo è possibile ammirare “L’Infiorata” nella sua interezza. E’ sicuramente uno spettacolo unico nel suo genere insieme alla famosa Scala illuminata di luglio e agosto. La durata di oltre un mese consente a turisti e visitatori di programmare la loro venuta per ammirare la grandiosità della Scala tra ceramiche, fiori e colori di primavera.  scalinata in fiore
La Chiesa di Santa Maria del Monte, più volte danneggiata e riedificata, si trova in cima alla famosa Scala. E’ nata come Chiesa della Matrice prima dell’erezione della Chiesa di San Giuliano come Cattedrale.
La volta della navata centrale è decorata con affreschi realizzati nella prima metà dell’Ottocento dai fratelli Vaccaro. La chiesa Santa Maria del Monte è particolarmente cara ai cittadini di Caltagirone perché in essa è custodita la Sacra Immagine della Madonna di Conadomini che giunse a Caltagirone nella prima metà del 1200 ed è dipinta da ambedue i lati: da una parte l’immagine bizantina della Condomini e dall’altra il Cristo morto che si erge dal sepolcro. Durante tutto il mese di maggio la chiesa è meta di fedeli e pellegrini che rendono culto alla Madonna che dal 1644 viene invocata come compatrona insieme a San Giacomo.

cassatelleInfine per chi volesse rendere indimenticabile la visita  consigliamo di assaggiare i dolci tradizionali calatini:  a Natale le Colorelle alle mandorle,vino cotto o al miele, i Panerelli  a Pasqua ed a dicembre  la Cassatella, tipico dolce siciliano  composto da una tenera pasta frolla dalla forma a mezza luna, spolverata di zucchero a velo, Il suo golosissimo ripieno invece è composto da un impasto di cacao, mandorle tritate, farina di ceci, zucchero e scorza di limone.

Continua a leggere

LA BELLEZZA DEL BIANCO ACCECANTE E DELLA SUA STORIA. IMMORTALE SIRACUSA

Il Duomo

Il Duomo

di Roberta Capodicasa

Una rubrica sui viaggi  nelle città Greche e non-solo dell’Italia meridionale non può, secondo me, che cominciare da Siracusa.

Siracusa è di una bellezza straordinaria, accecante nei suoi colori vivissimi stagliati su un bianco brillante. Fu la prima città della Sicilia che volli con tutte le mie forze conoscere,  Continua a leggere